I dogi di Venezia erano i governatori e capi dello Stato della Repubblica di Venezia, che ha dominato la città di Venezia e gran parte dell'Italia nordorientale per quasi mille anni, dal IX al XVIII secolo.
Il primo doge ufficiale fu Paolo Lucio Anafesto, che salì al potere nel 697 d.C. Tuttavia, la figura del doge era già presente da diversi anni prima di lui, con la carica di "dux" (duca) che era inizialmente elettiva. Nel 726 d.C., la carica divenne ereditaria e venne adottato il titolo di "doge".
I dogi di Venezia erano eletti a vita, ma il loro potere era limitato da una costituzione che prevedeva il coinvolgimento di varie altre cariche governative e organi come il Maggior Consiglio, il Consiglio dei Dieci e gli Avvogadori di comun.
I dogi rappresentavano il massimo potere esecutivo e giudiziario in seno alla Repubblica di Venezia e avevano il compito di proteggere e difendere gli interessi della città sia in patria che all'estero. Inoltre, erano responsabili della nomina e supervisione degli ufficiali pubblici, della gestione delle finanze e delle attività commerciali.
Molti dogi concentravano i propri sforzi nell'espansione marittima della Repubblica, promuovendo l'esplorazione, il commercio e la fondazione di colonie in tutto il Mediterraneo e nell'Oriente. Grazie alla sua posizione geografica strategica, Venezia divenne una delle città più ricche e potenti d'Europa durante il periodo della Serenissima.
L'ultimo doge di Venezia fu Ludovico Manin, che governò dal 1789 al 1797. L'ascesa di Napoleone e la conseguente caduta della Repubblica di Venezia portarono alla fine del potere dei dogi e alla fine del periodo della Serenissima. Oggi, il palazzo del doge a Venezia, chiamato Palazzo Ducale, è uno dei principali luoghi turistici della città.
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