I dogi furono i capi di stato della Repubblica di Venezia per oltre mille anni, dal 697 al 1797. La figura del doge rappresentava l'apice della gerarchia veneziana, ma il suo potere fu gradualmente limitato nel corso dei secoli per prevenire l'instaurarsi di una signoria personale.
Elezione: L'elezione del doge era un processo complesso e articolato, progettato per evitare brogli e manipolazioni. Coinvolgeva numerosi elettori scelti a sorte e prevedeva diverse fasi di scrutinio. Questo sistema, perfezionato nel tempo, mirava a garantire la rappresentatività e la legittimità del nuovo capo di stato. (Vedi: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Elezione%20del%20Doge)
Poteri e Limiti: Inizialmente dotati di ampi poteri, i dogi videro le loro prerogative progressivamente ridimensionate dall'aristocrazia veneziana. Non potevano prendere decisioni importanti senza il consenso dei consigli (come il Maggior Consiglio), e la loro vita era soggetta a rigidi controlli. Erano, in sostanza, "primi tra pari" all'interno dell'oligarchia veneziana. (Vedi: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Poteri%20del%20Doge)
Simbolismo: La figura del doge era intrisa di simbolismo. Indossava abiti sfarzosi, partecipava a cerimonie solenni e rappresentava Venezia in ambito internazionale. Il corno ducale era uno dei simboli più riconoscibili del suo potere. (Vedi: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Simbolismo%20del%20Doge)
Fine del Dogato: Il dogato terminò nel 1797 con l'invasione di Venezia da parte di Napoleone Bonaparte e la caduta della Repubblica. L'ultimo doge, Ludovico Manin, abdicò, segnando la fine di un'era. (Vedi: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Fine%20del%20Dogato)
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